"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
Gli Articoli di Aldo:

RICORDANDO I MARTIRI DI PADULIVO (2017-07-20)



Nonostante il caldo, mitigato da un leggero venticello, lunedi 10 luglio 2017, in occasione del 73° Anniversario (si dice il caso avvenne proprio il lunedi del 10 luglio 1944) dell’eccidio di Padulivo, luogo ameno in comune di Vicchio sulla strada comunale che porta a Barbiana, siamo andati in quel luogo con la convinzione di assistere ad una cerimonia rievocativa, come avviene tutti gli anni in questi frangenti, come per esempio a Scarperia al monumento di Ponzalla, al mausoleo di Crespino sul Lamone a Marradi, ai cippi di Fontebuona e Cerreto Maggio a Vaglia ed ancora in altre località. Non lo nascondiamo che siamo rimasti un po amareggiati nel constatare una volta giunti vicino, di non vedere nessuno, se non una gentile Signora la quale accovacciata davanti al cippo, dove sono scolpiti i nomi dei martiri, stava deponendo un mazzo di fiori, dopo aver ripulito la lapide marmorea. Lo scambio di saluti, l’inizio di un colloquio amichevole nel ricordo di quel tragico evento, abbiamo chiesto gentilmente di poterle scattare una immagine a ricordo, affinchè in archivio restasse testimonianza che nel 73° Anniversario dell’eccidio almeno un buona anima era presente a deporre un fiore, davanti a quel cippo fatto innalzare nel 1945, un anno dopo la strage, dal Signor Ernesto Galardi, padre e zio di due vittime innocenti: Aldo Galardi e il nipote Pietro Bastianelli. La storia di questo eccidio è rimasta ormai nell’immaginario collettivo dei parenti, dei congiunti, degli amici, dei conoscenti, del popolo, e nel corso degli anni molti sono stati gli scritti, sia in articoli recensivi (alcuni ne abbiamo scritti anche noi con immagini inedite, grazie all’amicizia con la famiglia Galardi), sia nei libri di storia (Cerbai e Becchi gli ultimi in ordine di tempo), inerenti al periodo della resistenza. La nostra interlocutrice ci racconta che nel tempo ha letto tanti scritti, uno addirittura non ha speso una riga su una famiglia che ebbe due caduti, in altri ci sono racconti imprecisi, non veritieri, di parte, come del resto raccontò tanti anni orsono un abitante del posto testimone dell’eccidio e il motivo per cui avvenne. Ma a parte queste discrepanze, l’eccidio di Padulivo è una della tante sciagurate pagine avvenute durante la seconda guerra mondiale; l’uccisione di un tedesco durante un attacco partigiano e il ferimento di un altro, mentre se ne andavano dopo aver rubato un cavallo zoppo, scatenò la rappresaglia nazista e di lì a poco furono fatti prigionieri alcuni abitanti del luogo che vennero passati per le armi, davanti ai loro congiunti che urlavano dalla disperazione e dal terrore. I loro nomi: Pietro Bastianelli (n.1908), Valeriano Calzolai (n.1886), Attilio Fibbi (n.1901), Aldo Galardi (n.1908), Antonio Gabellini (n.1906), Renzo Gottardi – giovane di Borgo San Lorenzo che era in procinto di farsi sacerdote come il fratello - (n.1923), Annibale Landi (1906), Aurelio Menicucci (n.1900), Giovacchino Parigi (n.1884), Renato Poggiali (n.1902), Nello Santoni (n.1913), Ettore Zagli (n.1928), Nello Zagli (n.1925), Mario Banchi (n.1923), che morì per le ferite riportate nel 1948. Salutata la gentile Signora che ormai aveva terminato di sistemare il mazzo di fiori sotto il cippo, siamo voluti andare nel piccolo cimitero di Barbiana, (come si vede che c’è stato Papa Francesco!) dove ebbe una seconda sepoltura, davanti a don Lorenzo Milani, il povero Antonio Gabellini (dopo la fucilazione fu sepolto con Aldo Galardi e Pietro Bastianelli nella cappella della Villa Galardi), per deporre un fiore, ma purtroppo non siamo riusciti a leggere il suo nome in quelle ormai illeggibili lapide annerite dal tempo. Come forse i lettori ricorderanno (qualche famigliare dei martiri senz’altro di sì), in un nostro articolo (Mensile Il Filo – giugno 2009), in occasione del collocamento delle due lapidi con i volti e i nomi dei martiri nella facciata della cappella centrale del Cimitero di Vicchio di Mugello, pubblicammo una lettera scritta nel 1954, dieci anni dopo l’eccidio, da Ernesto Galardi, babbo di Aldo e zio di Pietro Bastianelli; un monito alla guerra, un atto di perdono, di fraternità, di pace, di fede, di cristianità. Leggere quelle righe stringe veramente il cuore e se pensiamo che il Signor Ernesto la scrisse dieci anni dopo, quando le ferite non erano ancora del tutto rimarginate, scopriamo che non c’è odio, nè rancore, ma solamente un perdono impregnato di fede cristiana e di amor patrio. Non c’era nessuno quella mattina di lunedi 10 luglio 2017 a Padulivo, a parte la gentile Signora a deporre un mazzo di fiori, ma ne è valsa la pena; guai a dimenticare. E domenica 23 luglio 2017 saremo a Crespino come facciamo da quasi 60 anni.

Foto 1
Padulivo, lunedi 10 luglio 2017. Una Signora depone un mazzo di fiori davanti al cippo dove furono uccise 15 persone.

Foto 2
La lapide con scolpiti i nomi dei martiri, che dalla cappella di villa Galardi fu collocata nel 2009 nella facciata del cimitero comunale di Vicchio, proprio vicino ai martiri di Campo di Marte.

(Foto cronaca di A. Giovannini)