"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
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LA VISITA DI PAPA FRANCESCO A SAN GIOVANNI ROTONDO (2018-03-23)



Sabato scorso 17 marzo 2018, abbiamo seguito con grande attenzione nelle emittenti televisive la visita di Papa Francesco, prima a Pietrelcina paese natio di San Padre Pio e successivamente a San Giovanni Rotondo, dove oltre alla Chiesa e al convento dove ha vissuto tantissimi anni fino alla morte Padre Pio, troneggia il monumentale ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”. Vedendo le immagini, con la scalinata centrale dove è alla visione di tutti il bellissimo busto in bronzo dello scultore di San Piero a Sieve Prof. Antonio Berti, raffigurante il dott. Guglielmo Sanguinetti di Borgo San Lorenzo, senza poi contare che in quel luogo santo operarono diversi borghigiani fra cui la moglie dello stesso dott. Sanguinetti, Emilia Spilmann, poi la signora Elena Bandini, l’ex dipendente della Misericordia di Borgo Gino Vignolini e non per ultimo il Pretore di Borgo San Lorenzo dott. Giovan Gualberto Alessandri, pensiamo che l’aver scritto “quanta mugellanità” cade proprio a pennello. Prima di scrivere alcune cose inerenti a Casa Sollievo della Soffernza ecco una breve biografica del dott. Guglielmo Sanguinetti. Medico condotto del Comune di Borgo San Lorenzo fra gli anni ’20 e ’40, lasciò il Mugello (1946) e il suo paese d’adozione (Sanguinetti era nativo di Parma), per andare con la gentile moglie Emilia Spilmann, che conobbe all’Università di Roma, a San Giovanni Rotondo per innalzare accanto a Padre Pio da Pietrelcina la monumentale “Casa Sollievo della Sofferenza”, uno degli ospedali più moderni, più attrezzati, mondialmente riconosciuto come una immensa “eccellenza” come si dice in gergo moderno. Sanguinetti com’è noto era ateo, miscredente, ma una volta andato a San Giovanni Rotondo su insistenza della moglie, molto religiosa e devota del frate di Pietrelcina, Sanguinetti fu come folgorato, come Paolo di Tarso sulla via di Damasco; ebbe una totale conversione e per quasi dieci anni fu il braccio destro di Padre Pio, nella costruzione di “Casa Sollievo della Sofferenza” prima della morte improvvisa avvenuta il 6 settembre 1954. Significativa la lettera che Sanguinetti scrisse nel 1947 all’amico suo carissimo dott. Bruno Cesarini; ecco alcune parti; “ - Finalmente ti sei deciso caro Bruno ad abbandonare la motocicletta come mezzo di trasporto professionale. Ti sei tolto così dalla minaccia continua di gravi pericoli per te e per i tuoi cari. Un padre di famiglia non deve fare il motociclista e tanto peggio se è medico!
Le mie giornate si fuggono con una rapidità paurosa, devo comparire nel cantiere dei lavori della Casa di Sollievo della Sofferenza, devo inforcare una macchina o il camioncino per contrattare, acquisire, acquistare vari materiali per la costruzione e poi i conti, la partita doppia, la mia bestia nera, i permessi, i documenti comunali e statali, le ditte, gli enti, quanto basterebbe per far perdere la pazienza o ….amare la pastorizia.
Le rendite del mio lavoro sono ridicolmente esigue, 200 e 300 lire al giorno, pasti frugali e di conseguenza il tenore di vita è ridotto al lumicino. Come posso dimenticare le succolenti bistecche borghigiane, ma io e mia moglie non ne proviamo nostalgia e la salute ne guadagna.
E gli amici di Borgo? Il dott. Guandalini (farmacista – ndr), che “zigava” sottovoce traendo le melodie di Bellini, il dott. Borzoni (medico all’ospedale di Luco – ndr) che fuggendo durante il bombardamento rimpiangeva la generosa bottiglia lasciata sul tavolo. Quali e quanti ricordi che restano incancellabili nella nostra mente.
Chiudo la mia giornata, talvolta un po affannosa, con una visita a Padre Pio. E’ questa la vera ricompensa delle mie fatiche. Egli a volte mi chiama ”camionista”, a volte “ facchino”, a volte “carrettiere”, e ride di questa mia nuova attività alle quale dedico tutto il mio entusiasmo di questa mia terza giovinezza”! Ma spesso le conversazione con lui si svolgono sui problemi dello spirito e salgono allora molto in alto (e pensare che Sanguinetti non credeva nemmeno nell’acqua calda!! – ndr) in un orizzonte che è stratosferico perché non vi esistano più nubi e tempeste e tutto è sereno è luminoso. Si respira allora tutta l’anima e ci si sente inondati di pace, serenità e bontà. Auguri per le prossime feste del Santo Natale e che Iddio ti assista sempre. Un abbraccio tuo Guglielmo –“.In questa bellissima lettera di Sanguinetti a Cesarini, c’è tutta la grandezza di questo personaggio, che non ebbe la gioia di vedere inaugurata “Casa Sollievo della Sofferenza” a cui aveva dedicato gli ultimi dieci anni della sua vita. Come i lettori ricorderanno, tempo indietro venimmo contattati dall’Ordine degli Architetti di Foggia, dove mi si comunicava che un ristretto gruppo di professionisti composto dagli architetti Dario Zingarelli, Gaetano Lombardi, arch. Giovanni Scaramuzzi, Angelica Ruberto, Valeria Di Toro e Pasquale Mastrobuono, sotto il coordinamento dell’arch. Gaetano Centro, presidente dell’Ordine degli architetti di Foggia, intrapresero tempo indietro una profonda indagine storica per venire a conoscenza di coloro, che unitamente a Sanguinetti, operarono e collaborarono alla costruzione di ”Casa Sollievo della Sofferenza”. Ne sono venuti fuori diversi personaggi, alcuni dei quali si era perso nel tempo il nome, ma che sono tornati alla luce grazie a questo certosino lavoro di ricerca, e di questi importanti risultati molti sono stati i quotidiani di ordine nazionale (anche noi nel nostro piccolo unitamente al settimanale il galletto e Toscana Oggi di Firenze), che abbiamo pubblicato in risalto questa significativa parentesi, nel ricordo di questo Uomini (con la U maiuscola) che unitamente a Sanguinetti, prima e dopo la morte del medico borghigiano, hanno dato il loro prezioso apporto per innalzare questo ospedale, orgoglio d’Italia nel mondo, che Papa Francesco, primo Pontefice della storia, che lo ha visitato. Laggiù, molto lontano dal Mugello, a San Giovanni Rotondo, la nostra terra è stata ben rappresentata.

Foto 1
Foto di gruppo dei collaboratori di Padre Pio nel 1953; a sinistra il dott. Guglielmo Sanguinetti accanto al religioso di San Giovanni Rotondo.