"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
Parco Storico di Monte Sole - Storia

MONTE SOLE
"Archivio Parco"

Il 29 settembre 1944 un’ampia fascia di territorio compresa fra i fiumi Reno e Setta nei Comuni di Marzabotto, Grizzana, Monzuno, venne circondata dall’esercito tedesco e da truppe speciali delle SS e fatta oggetto del più grande massacro di civili perpetrato nell’Europa occidentale durante la seconda guerra mondiale. Nell’eccidio di Monte Sole (la cima della zona che oggi per estensione designa l’intera area), più noto come eccidio di Marzabotto (il comune più colpito) morirono 770 persone.

A Vado, presso Monte Sole, era nata nel novembre 1943 la brigata partigiana “Stella Rossa”. Con azioni di guerriglia contro l’esercito di occupazione e di sabotaggio alle linee telegrafiche e telefoniche e alle importanti vie di comunicazione che attraversano le valli del Reno e del Setta, la “Stella Rossa” rendeva insicura la presenza dei tedeschi ed ostacolava il traffico di mezzi e di truppe in un punto nevralgico delle comunicazioni fra il Nord e il Centro Italia. Quando nell’estate del 1944 gli Alleati sfondarono la Linea Gotica e si avvicinarono a pochi chilometri da Bologna, Monte Sole rimase l’ultimo baluardo naturale prima del capoluogo emiliano. La sua importanza strategica si accrebbe fino a divenire decisiva per le sorti della campagna d'Italia e venne impartito l’ordine di ripulire tutta l’area dai “ribelli”, pericolosi sia in caso di attacco nemico che di ritirata. Non diversamente da quanto era accaduto in altre parti d’Italia centrale l’operazione si risolse nell’intero massacro della popolazione: dal 29 settembre al 5 ottobre i nazisti batterono la zona anche grazie alla collaborazione dei fascisti locali, uccidendo, saccheggiando e bruciando le abitazioni. La maggioranza delle 770 vittime di questo massacro furono donne, anziani e bambini, oltre a 5 sacerdoti.

Le comunità insediate a Monte sole da secoli, famiglie di piccoli proprietari e mezzadri, sparse in casolari e borghi, vennero cancellate in pochi giorni. A S.Martino, Casaglia, San Giovanni di Sotto, Cerpiano, e in molti altri nuclei abitativi di crinale, la vita cessò del tutto.

Altre uccisioni furono compiute nel periodo precedente e successivo alla strage: durante l’ultimo conflitto vennero così uccisi dai nazifascisti 955 cittadini dei comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana. Di queste vittime, 216 erano i bambini con meno di 12 anni, 316 le donne, 142 gli ultrasessantenni.

Molte altre persone morirono per lo scoppio di mine, malattie dovute allo sfollamento, bombardamenti... Complessivamente il secondo conflitto mondiale privò i comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana di 1676 cittadini. Numerosi furono i caduti, in maggioranza per mano nazifascista, riconosciuti come Partigiani della Stella Rossa: 150, tra i quali 25 donne.

Dopo l’eccidio e le distruzioni della guerra (per tutto l’inverno il fronte si arrestò su queste colline) la risalita a Monte Sole fu limitata alle pendici più prossime alle valli del Setta e del Reno, mentre crebbe il centro di fondovalle di Marzabotto dove nel 1961 fu inaugurato il Sacrario ai caduti. Il ritorno a Monte Sole venne ostacolato da motivazioni di ordine psicologico e materiale: le difficoltà per molti sopravvissuti a tornare sui luoghi pieni di strazianti memorie, la distruzione dei borghi e delle case sparse, la scarsa viabilità, la mancanza di infrastrutture, la pericolosità dei luoghi disseminati di ordigni inesplosi che provocarono morti anche dopo la guerra. A partire dagli anni ’70 sul piano politico e culturale si aprì un’ampia riflessione sulle potenzialità educative e formative insite nella creazione a Monte Sole di un Parco dedicato alla memoria della Resistenza e degli eccidi, riflessione non disgiunta dalla volontà di un più generale recupero produttivo ed ambientale del territorio. Dello stesso periodo è la risalita della Chiesa bolognese a Monte Sole che si compie con l’insediamento in questi luoghi della comunità di Don Dossetti a metà degli anni ottanta.

Nel 1982 nasce anche il Comitato Regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto, con il compito di mantenere vivo il ricordo delle vittime e diffondere gli ideali di libertà, pace, democrazia.

Su proposta del Consiglio Provinciale di Bologna il 27 maggio 1989 la Regione Emilia Romagna approva la legge istitutiva del Parco Storico di Monte Sole. Compreso fra i fiumi Reno e Setta nei Comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi, Monzuno (per una superficie complessiva di circa 6.300 ettari), il Parco copre pressoché tutta l’area circondata dai nazifascisti nell’autunno del 1944. Ad esso la Legge Regionale affida il compito di conservare e diffondere la memoria degli eccidi di Monte Sole e di promuovere a partire dagli alti valori di democrazia e libertà che animarono la Resistenza l’educazione alla pace per le giovani generazioni. Al tempo stesso il Parco vuole conservare e valorizzare il patrimonio ambientale e paesaggistico della zona, di particolare pregio.

Nel 1994 per la realizzazione e la gestione del Parco si è costituito il Consorzio di Gestione del Parco Storico di Monte Sole. Ne fanno parte i Comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi, Monzuno, Bologna, la Provincia di Bologna, le comunità montane Alta e Media Valle del Reno e delle Cinque Valli Bolognesi.