"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
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CUCINA MONTANARA D'ALTRI TEMPI (2004-10-01)

Sempre più in fretta, sempre più velocizzati, anche nei momenti in cui la famiglia dovrebbe raccogliersi serenamente, sono scomparse le belle ‘tavolate’ che riunivano dal più giovane al più anziano e (perché no?) qualche’forestiero’di passaggio e con esse i buoni cibi fragranti che esperte mani preparavano con ore ed ore di lavoro.
Piena di ineffabili ricordi, cara, vecchia e buona cucina montanara, tanto semplice eppur sempre più rara. Chi ha la fortuna di avere in casa una persona anziana di tradizioni ed origine appenniniche, non può non ricordare o nuovamente gustare il buon formaggio di mucca, di poca stagionatura da gustare con piccole pere rugose, deformi, dall’aspetto extraterrestre, ma extra di sapore, il tutto con fette irregolari di pane appena sfornato dietro casa; i “ strappon”, sfoglia “strappata” accompagnata con sugo di porri e pancetta, la “ajèda”, la “agliata” cioè, minestra condita con sugo di pane raffermo intriso nel latte, noci tritate ed aglio, la polenta di castagne con noci e ricotta, gustata dinnanzi al camino. E i dolci, la “ carseinta con l’ovva”, la “crescenta con l’uva”,una pinza imbottita di uva, mostarda, frutta secca e quant’altro, ricordo dei tempi in cui nulla andava sciupato, nemmeno la frutta caduta o gli zuccherotti, tipici montanari, glassati con zucchero e aromatizzati con semi di anice, ora collocati nelle vetrine dei negozi di primizie… un mondo oramai rarefatto che rivive in alcune borgate ove ancora qualche anziano tramanda, con grande magia, le ricette che ci hanno fatto sognare.
Veronica Balboni