"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
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IL DOTT. SANGUINETTI E ALCUNI RISVOLTI STORICI (2017-10-09)

IL DOTT. SANGUINETTI E ALCUNI RISVOLTI STORICI SULLA COSTRUZIONE DI CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA A SAN GIOVANNI ROTONDO

Gli anni passano... inesorabili, e molti nostri cari lettori che ci seguono con stima e simpatia, forse ricorderanno, ormai molti meno purtroppo, la bella storia di vita vissuta, del dott. Guglielmo Sanguinetti (nato a Parma il 20 gennaio 1894), amatissimo medico condotto comunale per tanti anni - fra il 1920 e il 1946 – (eroico il suo impegno durante e dopo il bombardamento aereo del 30 dicembre 1943), prima a Ronta di Mugello e successivamente a Borgo San Lorenzo.
La sua storia è conosciuta, ma la ricordiamo se pur brevemente, stralciando un vecchio articolo (su Sanguinetti ne abbiamo stilati tanti – La Nazione, il Galletto, il Filo, Il Mugello – Sito Web Bologna - Sito Web OK!Mugello – etc, etc), che scrivemmo quasi 30 anni or sono, il 24 settembre del 1988:“ - … Sanguinetti impersonava la generosità e la competenza, l’altruismo e la capacità professionale. Di fronte ad una popolazione credente e molto religiosa, in quei tempi, agli occhi di tanti il “dottore” aveva un difetto, quello cioè di essere ateo, miscredente, insomma da buon emiliano un “mangia-preti”.
Un giorno la fedele compagna della sua vita, Emilia Spilmann, lui la chiamava brevemente sempre “Mi”, e che morì 20 anni dopo il marito, una donna amabile e dolcissima (si erano conosciuti nei banchi del Liceo Classico Tasso di Roma), manifestò il desiderio di conoscere il Rev.mo Padre Pio da Pietrelcina (al secolo Francesco Forgione, Pietrelcina, 25 maggio 1887 – San Giovanni Rotondo, 23 settembre 1968). Riluttante Sanguinetti non ne voleva sapere, ma dietro l’insistenza della moglie acconsentì anche se a malincuore. Lui il “mangia-preti” da un frate!! “Vengo solo per farti da autista” e tutti sanno ora come andò a finire. Il lungo viaggio con la sua Fiat Balilla tre marce, l’arrivo a San Giovanni Rotondo (Foggia), era il 27 maggio 1935, la conoscenza di Padre Pio, la visione di una sofferenza indicibile. Tornò a Borgo San Lorenzo completamente trasformato, una conversione totale verso i figli di San Francesco d’Assisi e verso quel frate, il quale salutandolo gli battè una mano sulla spalla, dicendogli che sarebbe ritornato. E Sanguinetti il massone emiliano, destinato molto probabilmente ad una brillante carriera di docente universitario, ritornò, invece, a Sn Giovanni Rotondo lasciando tutto e tutti, agi e beni. Divenne il “dottore” toscano di aspetto burbero e severo, ma di animo generoso come quando era nel suo Mugello a visitare gli ammalati sul Monte Giovi o sui contrafforti appenninici del passo della Colla, ma con un ingrediente in più: la fede ritrovata. “Le mie giornate - così scrive all’amico dott. Bruno Cesarini - si fuggono con rapidità paurosa, devo comparire nel cantiere dei lavori dell’Ospedale di Casa Sollievo della Sofferenza, devo inforcare una macchina o il camioncino per contrattare, acquistare vari materiali per la costruzione e poi i conti la partita doppia (la mia bestia nera!), i permessi, i documenti comunali e statali, le ditte, gli enti, le aziende, quanto basterebbe a far perdere la pazienza ed amare la pastorizia -“. Ma ecco nel proseguo della lettera il vero senso della conversione del mangia-preti emiliano toscano:“... chiudo la mia giornata, con una visita a Padre Pio. E’ questa la vera ricompensa delle mie fatiche. Egli a volte mi chiama “camionista”, a volte “facchino”, a volte “carrettiere” e ride di questa mia nuova attività alla quale dedico tutto il mio entusiasmo di questa mia terza giovinezza! Ma spesso le conversazioni con lui (Padre Pio), si svolgono sui problemi dello spirito e salgono allora molto in alto in un orizzonte che è stratosferico perché non vi esistono più nubi o tempeste e tutto è sereno e luminoso. Si respira allora tutta l’anima e ci si sente inondati di pace - “. Sulla soglia dei 60 anni con dieci, cento, mille cose da fare contornato da tantissimi amici che erano andati con lui a San Giovanni Rotondo (anche il Magistrato Giovangualberto Alessandri che fu Pretore a Borgo San Lorenzo ai tempi di Sanguinetti), improvvisamente si accasciò a terra, la morte lo ghermì repentinamente a San Giovanni Rotondo, ma il suo grande traguardo lo aveva raggiunto, tutto l'Ospedale fu anche opera sua. Infatti sin da prima della Seconda Guerra Mondiale, quel grandioso progetto che era l'Ospedale, era già pronto, e con fervore dal 9 gennaio 1940 il Comitato composto dal Dott. Carlo Kisvarday, Segretario, dal Dott. Mario Sanvico, Cassiere Responsabile, dalla Sig.na Ida Seitz, Direttrice dell'organizzazione interna, e dallo stesso Sanguinetti, Responsabile Tecnico e Medico, era già al lavoro per la sua esecuzione. Il 14 gennaio 1940, Padre Pio dava all'Opera il nome definitivo di Casa Sollievo della Sofferenza. Sanguinetti si era speso più volte tra San Giovanni Rotondo, Roma e probabilmente anche Frattamaggiore (Napoli), la città di un bravissimo e giovanissimo Architetto, Sirio Giametta, figlio del Pittore Gennaro Giametta, che, a giudicare da alcuni importanti indizi, redasse il primo progetto dell’Ospedale. Sanguinetti e Sirio Giametta, inoltre dovettero mettere a posto le carte ed i permessi, girare tra i Ministeri a Roma: un assiduo e febbrile impegno che però fu interrotto dai tormentati eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale. L'entrata in guerra dell'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, bloccò l'inizio dei lavori. E così la costruzione dell’opera fu prorogata di anno in anno fino a quando nel 1945 le attività poterono lentamente riprendere, il 5 ottobre 1946, a Foggia, davanti al Notaio, fu costituita la Società per Azioni “Rifugio degli Afflitti” con il capitale di un milione di lire, definendone, tra l'altro anche la finalità, cioè la costruzione di un Ospedale. Nei giorni successivi venne scelta definitivamente anche l'area fabbricabile, e come ha fatto notare Padre Derobert, fu scelto proprio il posto preciso in cui il 2 febbraio 1575, San Camillo de Lellis si convertì (fino ad allora era stato un ricco avventuriero rovinato dal gioco e dagli stravizi). Si stabilì così un piano per i lavori architettonici con l'aiuto di Sanguinetti: per cui di nuovo tra uffici, Ministeri, Enti, permessi e carte di ogni genere, poi la prima pietra, era il 19 maggio 1947, e così tutto finalmente ebbe inizio. Per il nostro dottore tutti quegli anni spesi per girare ai quattro venti portarono i loro frutti: l'inizio dei lavori fino al loro completamento e poi all'inaugurazione del Poliambulatorio il 25 luglio 1954. Sanguinetti definiva se stesso e gli altri collaboratori come “Formiche di San Francesco”, e poi ancora ricorda “Eravamo consapevoli di essere a servizio di un'idea che era più grande di noi, di cui le nostre persone erano semplici trasmettitori”. Sanguinetti si occupò anche di stampare il Bollettino della Casa Sollievo, il primo Bollettino d'informazione sulla Casa Sollievo venne pubblicato nel settembre 1949. Il sopraggiungere della sua morte, improvvisa e inaspettata, fu anche per Padre Pio una perdita tristissima. Era il 6 settembre del 1954. Dopo due anni, il 5 maggio 1956, veniva inaugurato il grandioso Ospedale di Casa Sollievo della Sofferenza, gia' precedentemente battezzato Ospedale "Fiorello La Guardia"(New York 11 dicembre 1882 – New York 20 settembre 1947, già Presidente dell'UNRRA e 99° Sindaco di New York dal 01 gennaio 1934 al 31 dicembre 1945).
Fra le migliaia di persone presenti a San Giovanni Rotondo accanto a Padre Pio, non c’era Guglielmo Sanguinetti, il collaboratore della prim’ora, il “braccio destro” di quel frate che lo convertì e lo convinse ad aiutarlo ad erigere un Ospedale vanto ed onore dell’Italia, dell'Europa e del mondo. La vita del nostro dottore, considerato “mangia-preti”, emiliano, toscano, mugellano e pugliese di adozione, raffigurato in bronzo dallo scultore mugellano prof. Antonio Berti nello scalone principale del monumentale Ospedale, è ormai leggenda.
Scritto questo excursus storico, precisiamo ulteriormente che il Dott. Guglielmo Sanguinetti nella sua permanenza a San Giovanni Rotondo, come direttore-responsabile e amministratore dei lavori di innalzamento di Casa Sollievo della Sofferenza, ha avuto molti stretti collaboratori, che con lui, hanno condiviso la costruzione di questo monumentale Ospedale, grazie alle tante offerte che giungevano a Padre Pio da ogni parte del mondo.
Proprio in occasione delle Celebrazioni di Chiusura del I° Centenario dell’arrivo di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, che si sono svolte lo scorso fine luglio 2017 e del 60° Anniversario dell’Inaugurazione dell’Ospedale di Casa Sollievo della Sofferenza, un Gruppo di Professionisti facenti parte dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Foggia (Presidente Arch. Gaetano Centra), hanno svolto una approfondita indagine storica, con un Lavoro di Ricerca a carattere storico-architettonico sugli edifici realizzati nella Provincia di Foggia sotto l’egida del Santo di Pietrelcina. Il team è composto dagli Architetti: Dario Zingarelli, Gaetano Lombardi (Consiglieri dell'Ordine), Angelica Ruberto (Architetto attiva anche a Pescara), Valeria Di Toro e Pasquale Mastrobuono, quest'ultimo di Bojano (Campobasso). Grazie alla loro ricerca e al ritrovamento di molti documenti inediti è emerso, che nella Storia della Costruzione di Casa Sollievo della Sofferenza in San Giovanni Rotondo, oltre all’operato del Sig. Angelo Lupi di Castel Frentano (Chieti), ci fu anche il coinvolgimento di alcuni importanti Professionisti illustri, attivi in Pescara, che non erano mai stati fino ad oggi riconosciuti: l’Ing. Gaetano Candelori di Atri (Teramo), l’Ing. Attilio Vianale di Lama dei Peligni (Chieti), Tommaso Pomanti di Torricella Sicura (Teramo). Questi, tutti stretti collaboratori di Guglielmo Sanguinetti, per vari motivi nella storiografia di Casa Sollievo della Sofferenza non erano mai stati annoverati, probabilmente a causa dell’improvvisa scomparsa dello stesso Sanguinetti avvenuta due anni prima l'inaugurazione del Complesso ospedaliero, che ha fatto cadere nel dimenticatoio queste collaborazioni preziose, prestate dopo il termine della Seconda Guerra Mondiale. In particolare, fu completamente dimenticata, anche la fase preparatoria del progetto, ascrivibile, come emerge da importanti indizi che il team di studio intende approfondire, all'Arch. Sirio Giametta (Frattamaggiore, Napoli 13 luglio 1912 – Sotto il Monte Giovanni XXIII, Bergamo 10 aprile 2005), e con essa la gran parte di quella Storia straordinaria, che si concluse con la costruzione di un edificio dal fine nobilissimo. Tra i Protagonisti, i quali non erano solo medici e tecnici, ricordiamo anche l’allora giovanissimo Avvocato Giovanni Colletti di Pescara (Montemiletto, Avellino 26 luglio 1905 - Pescara, 9 marzo 1963), già amico e consulente legale di Padre Pio da Pietrelcina, e molto amico, anche di Sanguinetti, e del Magistrato Giovangualberto Alessandri, per diversi anni Pretore a Borgo San Lorenzo nel Mugello, il quale anche lui, confluì nel gruppo dei professionisti fedeli di Padre Pio.
Molto significative appaiono queste parentesi storiche che si intrecciano nel tempo e nello spazio, fra il Mugello, il pescarese e il foggiano, tutti uniti nella realizzazione di un Ospedale vanto ed onore dell’Italia nel mondo. La storia continua con la denuncia che portò al processo il Sig. Angelo Lupi (Caste Frentano, Chieti 18 gennaio 1906 – San Giovanni Rotondo, 31 agosto 1969), per “Esercizio abusivo della Professione di Ingegnere e Architetto” presso il Tribunale di Foggia (Lupi come si ricorderà si occupò dal punto di vista tecnico dei lavori di Casa Sollievo della Sofferenza avendo solamente in tasca la V° Elementare!!). Questo evento ha avuto diverse ripercussioni e colpi di scena, e fu soltanto grazie all'operato dell'Avvocato Giovanni Colletti di Pescara che la Difesa di Angelo Lupi ebbe una svolta decisiva, poichè tra le carte conservate nell'archivio di famiglia a Pescara dall'Avv. Domenico Colletti, figlio del sopracitato Giovanni, è stata rinvenuta una lettera firmata dall'ex Presidente della Repubblica Giovanni Leone (Napoli, 3 novembre 1908 – Roma, 9 nvembre 2001), già stimato Penalista napoletano e Parlamentare italiano. Nella lettera, scritta in risposta alla richiesta dell'Avv. Giovanni Colletti di difendere Angelo Lupi, dall'accusa di aver progettato e diretto i lavori di costruzione di Casa Sollievo della Sofferenza abusivamente, Giovanni Leone, dichiara di accettare l'incarico di Avvocato Difensore dell'imputato Angelo Lupi e aggiunge di non voler nessun compenso per la sua prestazione professionale; poiché, ha capito che è importante soprattutto per Padre Pio, difendere uno dei diretti Protagonisti della costruzione dell'Ospedale, sperando così che il suo compimento possa avvenire nel più breve tempo possibile.
L'Ospedale venne inaugurato direttamente da Padre Pio da Pietrelcina il 5 Maggio 1956, e Sanguinetti, deceduto soltanto da due anni, era lì presente, nel ricordo di tutti e nella testimonianza di quella Grandiosa Opera voluta dal Santo di Pietrelcina.
Aldo Giovannini

Foto 1

Il dott. Guglielmo Sanguinetti a braccetto di Padre Pio da Pietrelcina