"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
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IL FUTURO DEL MONASTERO DOMENICANO DI BORGO SAN LORENZO (2019-04-04)



Abbiamo atteso qualche giorno per stilare una nostra modesta sensazione, al di là di quelli che sono stati i comunicati ufficiali, per quello che si è presentato, quasi improvvisamente, davanti agli occhi dei borghigiani in particolare e dei mugellani in generale, in questi ultimi quindici giorni. La notizia della riapertura del cinquecentesco Monastero domenicano di Santa Caterina ha destato tanta sorpresa, poi una grande curiosità, e dopo l’ufficialità notarile del Consiglio Direttivo della Fondazione “La Cittadella di Santa Caterina” (Presidente Stefano Tagliaferri, già assessore del comune di Borgo San Lorenzo e Presidente della comunità Montana), e la presentazione del progetto da parte di tutti i Componenti che ne faranno parte della Fondazione stessa (Consorzio Co&so, Consorzio Fabrica, Gal-Start Società Pubblico Privata, Monastero Suore Domenicane di Firenze, proprietaria dell’immobile di Borgo San Lorenzo), hanno dato una chiara chiave di lettura di quello che sarà nel futuro il progetto di riqualificazione di questo scrigno storico, architettonico e artistico nel cuore di Borgo San Lorenzo, così ben chiarito dal dotto intervento di Marco Pinelli; luogo di cultura, di aggregazione, un centro di assistenza per anziani e malati a lunga degenza (Il “Co&So” se non andiamo errati gestisce alcune Case di Accoglienza, in varie località), quindi punti nevralgici del Monastero (vedi il Refettorio, la Sala Capitolare, il Coro Piccolo e il Coro Grande, le tante e diversificate Sale, Salotti e Saloni, senza contare le oltre cento celle delle suore, etc, etc), dove troveranno spazio momenti culturali, musicali, artistici, oltre a punti di commercializzazione di prodotti di nicchia e a km 0. Questo progetto, per Borgo San Lorenzo e per il Mugello ci sembra, secondo il nostro modestissimo pensiero, molto positivo, molto interessante, per tanti motivi che non stiamo quì ad elencare. Naturalmente tanti si pongono delle domande, con i loro dubbi, le loro critiche, le loro perplessità, tutte accettabili ci mancherebbe, come del resto abbiamo letto nei tanti commenti sulla variegata stampa locale, territoriale e regionale. Noi diciamo solamente prima di dare delle sentenze, è quello di attendere, ponderare, osservare, discernere, cioè quello che si svilupperà e quale sarà il futuro del Monastero borghigiano. L’attesa e la pazienza sono buone consigliere. Molti hanno messo in ballo, per una comparazione (perché quello sì e l’altro no!) del degrado del Monastero Camaldolese di Luco, ormai fatiscente, cadente, sull’orlo del collasso finale. Ce ne dispiace, poiché al di là di quello che è stato lo status quò (fede, preghiere, misticismo per secoli – è del ‘400) è pur vero che è stato l’unico ed eroico ospedale del Mugello (1871 - 1968), ma sinceramente fra l’edificio di Borgo, ben solido in tutte le sue strutture e l’edificio di Luco, c’è una differenza abissale. Doveva essere la Regione Toscana proprietaria dell’immobile, a farsene carico e salvarlo; o no! Scritto questo ecco sabato scorso (23 marzo 2019) la presentazione del progetto sul Monastero di Borgo San Lorenzo, con tanto di video, da parte di tutti i soggetti sopra menzionati, (Terzani, Giani, Tagliaferri, Omoboni) e che tutti i quotidiani e varie emittenti televisive, hanno copiosamente e ampiamente scritto, compreso ovviamente OK!Mugello, data l’importanza dell’evento. Non ci soffermiamo su quest’ultimo capitolo, vogliamo evidenziare e segnalare ai nostri lettori, che nel giorno e mezzo di apertura dove si poteva visitare il Monastero in via del tutto straordinaria, anche se solamente un terzo di tutto il complesso (quasi 6 mila mq!!), tramite l’iscrizione alla Biblioteca Comunale, ben 800 persone hanno preso d’assalto l’ingresso del Monastero (altrettanti purtroppo che non si erano iscritti, non sapendo di questa modalità, per ovvie ragioni di sicurezza non sono potute entrare), suddivisi in gruppi, accompagnati dagli studenti del Liceo “Don Giotto Ulivi” , dopo aver visionato all’ingresso della bella mostra storica-fotografica del Monastero, curata dallo scrivente di queste note con la collaborazione del Prof. Marco Pinelli e dott. Fabio Margheri della Co&So, tecnicamente realizzata dallo Studio Fotografico Buccoliero, sono stati accompagnati negli gli spazi visitabili; un incredibile successo di partecipazione popolare. E noi che abbiamo avuto l’onore di accompagnare qualche gruppo, poiché gli studenti non avevano il tempo materiale per smaltire i visitatori, siamo stati diretti testimoni di come i borghigiani e i mugellani hanno accolto con gioia questo evento. Lo stupore era tanto, era tutto un domandarsi di quale prezioso, bellissimo, straordinario monumento si “celava” nel cuore storico di Borgo San Lorenzo, uno stupore che si leggeva negli occhi di tanti di questi amici, moltissimi dei quali, diciamo la quasi totalità, non sapevano minimamente quello che gli si presentava davanti agli occhi, esprimendo una grande soddisfazione per questo eventuale recupero. Tanti ci hanno chiesto se il Monastero potesse riaprire le porte in futuro sempre in via del tutto straordinaria per altre visite; purtroppo non lo sappiamo, ma dato che il presidente della Fondazione è l’amico Stefano Tagliaferri, se ci fossero novità saremo i primi a darne notizia. Inizia ora la parte tecnica di restauro e recupero, che comporterà molto, molto tempo e non può essere diversamente; come sopra scritto, attendiamo con fiducia l’evolversi del tutto. Infine e non per ultimo, (è una nostra semplice deduzione), riguarda l’assenza in questo “mosaico” riorganizzativo della chiesa borghigiana, la parrocchia insomma. Il Monastero è sempre stato un blocco granitico con la Pieve, (infatti per un secolo e mezzo era denominato San Lorenzo) e la Pieve viceversa è sempre stata la compagna fedele per 500 anni del Monastero. Forse il cordone che ha legato queste due strutture doveva essere ancora ben saldo; anche in questo caso staremo a vedere, prima di gettar sentenze.

Foto 1
Il Cenacolo secentesco

Foto 2
Il Coro Grande con’Altare di Ridolfo di Cosimo del Ghirlandaio