"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
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IL POETA GIOSUE' CARDUCCI E IL MUGELLO - 1° PARTE (2007-11-09)

Il centenario della morte del poeta Giosuè Carducci (Valdicastello di Lucca 1835-Bologna 1907) è stato motivo di una serie copiosissima di cerimonie, manifestazioni, tavole rotonde, dibattiti, incontri e quant'altro in tutto il territorio nazionale nel ricordo di questo straordinario personaggio, premio Nobel 1906 per la letteratura-un anno prima della scomparsa-(dopo venti anni 1926 il premio Nobel fu consegnato a Grazia Deledda), senza ombra di dubbio uno dei più grandi poeti e letterati fra '800 e '900. Abbiamo sotto gli occhi una serie di biografie, estremamente interessanti, della vita e dell'attività culturale di Giosuè Carducci pubblicate nel tempo dai maggiori quotidiani e riviste specializzate del settore. Leggere quella che è stata la sua intensa vita, dalla laurea nel 1855 alla Normale di Pisa, alla Cattedra di San Miniato (1857) successivamente a quella di Bologna (1860) dopo essersi formato una famiglia sposando Elvira Menicucci (1859) da cui ebbe quattro figli (Dante, Bice, Laura e Libertà) per essere poi nominato Senatore del Regno e Accademico della Crusca, scrivendo nel tempo una infinità di scritti, libri, poemi, racconti (era massone, anticlericale ed amico fra i tanti di Gabriele D'Annunzio), dediche, poesie ed altro raggiungendo l'apice della notorietà in campo mondiale, ottenendo, come scritto sopra, il Premio Nobel nel 1906 per la Letteratura. Una cosa però ci balza agli occhi in tutte queste biografie a lui dedicate; Il Mugello non viene mai menzionato, mai! Va bene la Toscana, la Maremma, il territorio di Castagneto (Cari selvaggi Colli) denominato nel tempo Castagneto Carducci, quindi la Romagna con le sue valli, la Lombardia con le sue brughiere e il Lazio romano con i suoi greggi ed altre terre. Eppure Giosuè Carducci nell'arco della sua vita, in età abbastanza matura, fra la fine dell'800 e i primi del '900 segnatamente fra ottobre e novembre, quando il Mugello si veste di stupendi colori autunnali, era immancabilmente ospite della nobil famiglia Giarrè Billi abitante in una aristocratica villetta (tutt'ora esistente) in quel del popolo di Pilarciano in comune di Vicchio, in quanto amico della poetessa Marianna Giarrè Billi, una delle più fini e colte scrittrice mugellane. Proprio in questo periodo (1895) Giosùe Carducci fu nominato presidente del comitato per erigere il monumento al sommo Giotto nella centrale piazza vicchiese e per questa sua carica Vicchio e il Mugello era divenuta la sua seconda Patria. Amava questa terra, la visitò in tutti i suoi meandri: da Vespignano a Moriano, da Faltona e San Giovanni Maggiore (rimase incantato dalla splendida residenza dove nel 1503 nacque Monsignor Giovanni della Casa, l'autore del 'Galateo' a Montefloscoli e di Michele Gordigiani a Striano sopra Ronta, conoscendo Cassadò e Mendelhsonn), raggiungendo poi l'apice quando nel 1901 fu inaugurata la statua di Giotto.