"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
Gli Articoli di Aldo:

IL POETA GIOSUE' CARDUCCI E IL MUGELLO - 2° PARTE (2007-11-09)

Come si sa Carducci, massone, era un incallito anticlericale e com'è noto negli ultimi anni si riavvicinò alla cattolicità e quello che abbiamo scoperto ne è il segno eloquente, poiché in queste righe il nostro Mugello è ben evidenziato. Lo scrittore Baldo Zari in un brillante articolo sull'Avvenire d'Italia (1908) rievocò interessanti aneddoti sugli ultimi anni di Carducci e la sua ritrovata spiritualità; si legge: 'Appena morto,1907, volendo trattare della tanto discussa religiosità del Carducci, interrogai una Signora di Firenze che aveva ben conosciuto Marianna Giarrè Billi. Come Ella sa, il Carducci era solito trascorrere nei mesi di ottobre in Mugello, a Vicchio, nella Villa dei Billi a Pilarciano e una sera dopo pranzo il Carducci uscì da solo a passeggio. Si fa notte e non si vede rincasare. Marianna Giarrè Billi e il marito escono a cercarlo e lo trovano seduto su un ciglio della strada con lo sguardo fisso nel cielo stellato di quella limpida notte d'ottobre: professore ci ha fatto paura o che faceva qui! contemplavo questo bel cielo, il creato, rispose il Carducci, e pensavo quanto siamo ignoranti a credere che sia vuoto! Un'altra volta, sempre nel Mugello, sapeva che Marianna Giarrè Billi era studiosissima di Dante e ne sapeva cogliere le più fuggevoli bellezze. Ad un certo punto il Carducci posò il libro e battendo le palme su la tavola esclamò... che cosa stupenda è il Paradiso! Ci voglio andare anch'io! Ci voglio andare anch'io! Quando vedeva la Signora Marianna andare a Messa gli diceva sempre: preghi per me, preghi per me! E se qualche volta la poetessa indugiava e dal campanile del non lontano Oratorio (ormai fatiscente, ai nostri giorni, e cadente) aveva già suonato il segno dell'entrata, Carducci le diceva premuroso: presto, presto Signora. Non voglio mica che perda la Messa, sa? Giacchè son tanto cattivo io, ci vada almeno lei ch'è buona!