"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
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LETTERA ALLA BEFANA (2004-12-10)

Mia carissima, dolce Befana,
che assomigli alla nonna Luigina,
che filava vicino al camino, se la neve l’Appennino imbiancava;
sollevava la mano rugosa e ogni tanto una carezza mi dava,
poi sul naso gli occhiali spostava e un sorriso abbozzava così.
Quando i monti si copron di bianco, il pensiero ritorna al camino
ed al fuoco che la nonna attizzava, quando bimba giocavo costì.
Nella notte fatata aspettavo che arrivassi fra cenere e legni
per portar nelle calze bucate, qualche noce, due o tre mele e un giochino…
un giochino, sì, una bambola…
con il viso tutto pezze di lana
e le gambe di juta rugosa ed indosso una buffa sottana
come occhi due bottoni lucenti, un ricamo per bocca rosso fuoco
e i capelli di paglia che, paziente, una mano acconciava così.
Come bella era allora, o Befana, quella bambola senza alcuna espressione,
mi sembrava la regina dei giochi, mi sentivo principessa dei sogni.
Ti ricordi noi bambini, frementi, spiavamo tra conigli e galline,
quando mamma in segreto cuciva lana e feltro per far scarpettine
con gli avanzi di vecchi maglioni, mentre il nonno la pipa fumava
raccontando quando lui, giovinetto, ben portava
la Pina a ballare, tra le mucche, i conigli e i capretti
e parlando un carretto intagliava, per la calza un po' più rimpinguare.
Che emozioni, che sogni, che vita, che persone, che non tornano più!
Se stanotte io ti metto un calzino, per favore, scendi ancora quaggiù…
qui tra i monti e il profumo di mele, che ora ho cotto nel forno per te,
porta ancor quelle dolci emozioni, quei tremori e quei giorni,
nell’attesa fremente di udire il fruscio della lunga sottana
nella magica notte ove tutto
è possibile sognare così.
Nella calza, stanotte, riporta, l’armonia di una grande famiglia, quei capelli e quei visi velati
che ognora il tempo scompiglia. Se domani li trovo, ti giuro, cara, bella mia dolce Befana che ti lascio tanti buoni dolcini con lo zucchero, come s’usa in montagna.
Veronica Balboni