"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
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APPENNINO GRANDE ERBORISTERIA (2005-09-26)

Appennino, grande erboristeria a portata di tutti, dove è molto facile reperire, anche ai giorni nostri, erbe officinali di cui ne è pieno il territorio, rimedio e soluzione per tanti mali secondo la medicina alternativa ed assai usate dai nostri nonni che sopperivano, con esse, alla mancanza di cure tradizionali soprattutto nei tempi e nei luoghi in cui gli ospedali ed i medici di famiglia erano di là da venire. Già fin dal 1612. Paolo Gatti, ‘ giardiniero di palazzo’, avanzava domanda
ai ‘signori del reggimento’ per ottenere una sovvenzione straordinaria per “ i numerosi viaggi all’Alpe”, cioè in Appennino, per l’acquisizione periodica di nuove piante per il ‘ Giardino dei semplici” di Bologna, il giardino cioè, dove venivano coltivate le erbe per i medicamenti semplici oppure droghe per liquori ed uso farmaceutico, altresì denominato Orto Botanico ed istituito a Bologna nel 1567 da Ulisse Aldrovandi. Ed ecco, nei campi o ai bordi delle strade un po’ fuori dal traffico, il Tarassaco ( comunemente appellato piscialetto), con blanda azione disintossicante, depurativo del sangue, diuretico senza depauperare il fisico di potassio, possedendone un tasso elevato; la comunissima Ortica, ricca di vitamine A e C, nonché di minerali, ferro, silicio e potassio adatta per decotti, tisane o applicazioni locali; l’Iperico altresì denominato ‘Erba di San Giovanni’, rilassante, ansiolitico, antidepressivo, espettorante, antibatterico ed antivirale; il salice, le cui proprietà furono messe in luce da Edward Stone che nel 1763 somministrò decotti di corteccia a sofferenti di reumatismi, isolandone successivamente il componente attivo, la salicina, da cui l’acido salicilico, base dell’attuale aspirina; Da non sottovalutare anche i piccoli fiori spontanei altresì preziosi quali la Genziana, che cresce sui pendii erbosi, le cui radici contengono numerosi principi attivi assai efficaci contro la febbre; la violetta, il cui uso, a partire dal decotto delle radici per finire all’infuso dei fiori, si ritrova nella notte dei tempi per rimediare all’ubriachezza, contro la tosse, l’asma, nonché lassativo e come emolliente, nell’uso esterno, per le pelli delicate. ornamentale. Non a caso, nel secolo scorso, Innocenzo Faldini detto “ Innocenton” o “ Dottoron”, ( probabilmente per la statura assai vicina ai due metri), medico, dentista, e all’occorrenza anche veterinario,girava per questi monti portando sottobraccio un vecchio ‘herbarium’ scritto in latino, fedele compagno della raccolta di tanti verdi meraviglie con le quali curava, sembra proprio con certa efficacia, i suoi pazienti di San Benedetto.
Veronica Balboni