"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)

Appunti di storia: da Pitigliano (secolo X) a Rocca Pitigliana (XIX secolo)

Alcuni centri minori della montagna bolognese, che oggi sono semplici borgate, ebbero nel Medio Evo una vita rigogliosa. Vigo fu centro amministrativo importantissimo probabilmente all’epoca romana ma certamente nell’Alto Medio Evo (secoli VIII – X) e nel periodo comunale. Pitigliano, oggi Rocca Pitigliana, ebbe la stessa importanza (A.Palmieri 1929). Sin dai tempi della Contessa Matilde di Canossa (1055 – 1115), la strada di Savignano era il collegamento preferito, tra Bologna e Pistoia, per i crociati che andavano ad imbarcarsi a Pisa. Il ponte di Savignano, però, ogni tanto rovinava (1259, 1300 e 1370), così i viaggiatori erano costretti a deviare il percorso, prendendo la strada di Pitigliano e Bombiana. Queste furono le occasioni che hanno dato al paese l’opportunità di essere prima conosciuto e successivamente considerato meta da coloro che ne rimanevano fatalmente attratti.

La Chiesa del paese, dedicata all’Arcangelo S. Michele, si trova nominata per la prima volta nel 1235; ma quella a cui ci si riferisce, non corrisponde a quella attuale, infatti alcune testimonianze la localizzano a Prunaro, ai piedi del Monte della Croce, a sbalzo sul fiume Marano.

Il paese di Rocca Pitigliana ebbe anticamente, come ricorda il suo nome, una rocca o castello. Fra le terre che appartenevano alla Contessa Matilde di Canossa nell’alto Appennino occidentale, quasi a confine con il modenese, vi erano quelle comprese tra Bombiana e Montecavalloro. Quella che è l’attuale Chiesa, scolpita nella roccia al centro del paese, sembra essere stata un castello che rientrava fra i possedimenti della Contessa Matilde.

La guerra sorta per ragioni di confini tra Bologna e Pistoia nei primi anni del XIII secolo, ha indotto il Comune di Bologna ad inviare un governatore nella montagna: il Podestà della Montagna. Le sua prima residenza è quella di Vigo, ma nel 1250 la Repubblica, con un riordino interno, porta i Podestà a tre: Casio, in sostituzione di Vigo, Scaricalasino e Castel Leone, sopra Bombiana.

Nel 1314 la sede della Podesteria di Castel Leone viene trasferita a Rocca Pitigliana, la quale, situata alla confluenza delle valli formate dalle alture di Belvedere, Castel Leone, Pietracolora ed Affrico, viene a trovarsi in una posizione più sicura per l’esercizio delle funzioni.

Il peso del paese nella politica territoriale continua a progredire. Nel 1376 a Rocca Pitigliana viene creata la sede di uno dei Vicariati che sorgono in sostituzione delle Podesterie. La sua giurisdizione è molto vasta e comprende: Affrico, Volpara, Pietracolora, Rudiano, Cereglio, Musiolo, Sassomolare, Susano, Labante, Roffeno, Lissano, Aiano, Montecavalloro, Prunarolo, Castelnuovo, Savignano e Rocca Corneta sul Dardagna. Tale rimane sino al 1453, salvo per Rocca Corneta sul Dardagna che passa nel frattempo al Vicariato di Capugnano.

Attorno al 1380 una feroce pestilenza infierisce sulle terre del Vicariato di Rocca Pitigliana, colpendo in modo significativo il clero, per il contatto diretto che ha con i malati. Questo crea la necessità di nuovi sacerdoti, ed è pure la spiegazione della presenza di molti medici nel paese, i quali avevano probabilmente imparato l’arte, nella famosa scuola di medicina pratica della vicina Costonzo.

Alla fine del 1300 esistono anche maestri muratori, i quali, occupandosi di commercio della calce e di appalti, provengono in prevalenza da Como e Milano, in viaggio per partecipare alle grandi costruzioni nelle città toscane. Nel casolare della Volpara abbiamo tuttora vecchie costruzioni di quei maestri detti "Comacini", il cui stemma era composto da una squadra, un compasso ed un martello.

Il paese a quel tempo, essendo capoluogo di un esteso Vicariato, concentra in sé gran parte della vita e le funzioni sia amministrative che giudiziarie, richiamano in paese numerosi valenti notai ed artigiani i quali, a loro volta, danno rinomanza al paese.

Al 1502 risale invece la attuale Chiesa che troviamo ergersi al centro del paese, la quale viene ricostruita nel 1695 e dotata del campanile sulla roccia solo nel 1696; al suo interno, l’altare di S. Michele Arcangelo ricorda la scuola di Guido Reni.

Nel 1803, con la costituzione della Repubblica Italiana, Rocca Pitigliana con Affrico, Pietracolora, S. Maria Villiana e Volpara fa parte del Distretto di Vergato.

Nel 1866 tutte queste frazioni vengono aggregate a Gaggio Montano, dando origine all’attuale Comune.

Brusa d'uliva (Per gentile concessione del Sig. Franco Piacentini)

Massimiliano Piacentini

Rocca Pitigliana, 30 luglio 2004


Foto di Massimiliano Piacentini


Bibliografia

1781 Calindri Serafino "Dizionario corografico, georgico, orittologico, storico, etc. della Italia. Montagna e collina del territorio bolognese. Parti I " Opera della società corografica.

1781 Calindri Serafino "Dizionario corografico, georgico, orittologico, storico, etc. della Italia. Montagna e collina del territorio bolognese. Parte II" Opera della società corografica.

1782 Calindri Serafino "Dizionario corografico, georgico, orittologico, storico, etc. della Italia. Montagna e collina del territorio bolognese. Parte III" Opera della società corografica.

1782 Calindri Serafino "Dizionario corografico, georgico, orittologico, storico, etc. della Italia. Montagna e collina del territorio bolognese. Parte IV" Opera della società corografica.

1783 Calindri Serafino "Dizionario corografico, georgico, orittologico, storico, etc. della Italia. Montagna e collina del territorio bolognese. Parte V" Opera della società corografica.

1898 Don Emanuele Meotti "Gaggio Montano e i nuovi edifizi sacri".

1929 Arturo Palmieri "La montagna bolognese del Medio Evo".

1938 Arturo Palmieri "L’Appennino bolognese".

1953 Dott. Giancarlo Pascale "Cose antiche e nuove a Gaggio Montano" articolo in "La Mercanzia" di settembre.

1956 DC Comitato Provinciale di Bologna "Le realizzazioni di un Comune. L’Amministrazione comunale di Gaggio Montano dal 1951 al 1956".

1964 Luigi Bortolotti "I Comuni della Provincia di Bologna"