"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
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Padre Pio da Pietrelcina, Guglielmo Sanguinetti e... (2017-11-06)



Padre Pio da Pietrelcina, Guglielmo Sanguinetti e il Vice Prefetto di Foggia Cesare Pace... una Storia dimenticata

(seconda e ultima parte). Come abbiamo precedentemente scritto, quella cioè che è stata la presenza e l’attività del dott. Guglielmo Sanguinetti (medico condotto di Borgo San Lorenzo nel Mugello fra gli anni ‘20 e gli anni ’40 del ‘900), nell’innalzare Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo, giungono sulla nostra scrivania ancora ulteriori notizie di personaggi che hanno lasciato una impronta per realizzare uno degli Ospedali più attrezzati d’Italia, fermamente voluto da Padre Pio da Pietrelcina. Una storia quindi tutta campana riaffiora inaspettatamente dalla ricerca storica e scientifica che ha analizzato e approfondito le “Opere di Architettura di Padre Pio da Pietrelcina” a San Giovanni Rotondo (Foggia), condotta dal Gruppo di Studio formato dagli Architetti Dario Zingarelli, Gaetano Lombardi (Consiglieri dell'Ordine degli Architetti, P.P.C. della Provincia di Foggia), Gaetano Centra (Presidente dell'Ordine degli Architetti, P.P.C. della Provincia di Foggia), Angelica Ruberto (iscritta all'Ordine di Foggia e attiva anche a Pescara), Valeria Di Toro e Pasquale Mastrobuono (iscritto all'Ordine degli Architetti, P.P.C. della Provincia di Campobasso): si è finalmente scoperto grazie al ritrovamento di documenti inediti e dopo settant'anni, che a Casandrino, in Provincia di Napoli, il 05/06/1882, nacque una persona che ebbe molta influenza su diverse vicende avvenute a cavallo della Seconda Guerra Mondiale. Il suo nome è Cesare Pace, e fra le sue più importanti amicizie c'era addirittura quella con il Rev.mo Padre Pio da Pietrelcina. Nacque dal matrimonio di Vincenzo Pace e Maria Cammisa, entrambi di Casandrino, frequentò gli studi presso il Ginnasio Liceo “Domenico Cirillo” di Aversa, all'epoca ricadente nella Provincia di Napoli (oggi Provincia di Caserta), si laureò brillantemente in Giurisprudenza presso l'Università di Napoli, e, dopo aver vinto il concorso pubblico, entrò giovanissimo nell’Amministrazione dello Stato (all'epoca Regno d'Italia), divenendo un funzionario prefettizio.
Svolse l'attività di funzionario nelle Sottoprefetture di Lanciano (CH), Castellamare (NA) e Nola (NA), e nelle Prefetture di Salerno, Napoli, Benevento, Palermo, Foggia, Macerata, Pistoia e Pescara, nonché nella Direzione Generale dell’Amministrazione Civile presso il Ministero dell’Interno a Roma, che lo ebbe apprezzato Capo Sezione, e poi, Ispettore Generale.
Inoltre prestò il suo servizio come Commissario prefettizio presso i Comuni di Vitulano (BN), Palermo, Cerignola (FG), Pistoia, Pescara, e l’Ospedale Psichiatrico di Aversa (CE), ed ancora in altri Enti Pubblici.
Fu proprio il suo arrivo presso la Prefettura di Foggia nel 1934, provenendo da quella di Palermo, che gli consentì di conoscere e stringere una profonda amicizia, peraltro tutta campana, con il Santo delle Stimmate, Padre Pio da Pietrelcina (BN). In quegli anni, esattamente nel decennio che caratterizza gli anni trenta del XX secolo, a San Giovanni Rotondo (FG) Padre Pio era impegnato costantemente per pianificare e portare a compimento un suo grande progetto: la costruzione di un ospedale, che, seppur inizialmente intitolato Ospedale “Fiorello La Guardia (New York 11 dicembre 1882 – New York 20 settembre 1947, già Presidente dell'United Nations Relief and Rehabilitation Administration U.N.R.R.A. e 99° Sindaco di New York dal 01 gennaio 1934 al 31 dicembre 1945)”, egli chiamerà direttamente e definitivamente Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” (l'Ospedale conserva ufficialmente tutt'oggi ambedue i nomi, ma viene denominato e nominato più brevemente “Casa Sollievo della Sofferenza”). Cesare Pace svolse il suo compito di funzionario prefettizio in anni molto prolifici per il regime fascista in Italia, e molto accesi, invece, a livello internazionale (tra il 1934, arrivo alla Prefettura di Foggia, e il 10 giugno 1940, anno in cui l'Italia entrò ufficialmente in Guerra). Il suo lavoro, nell'Amministrazione dell'allora Regno d'Italia, retto da Vittorio Emanuele III, e governato di fatto da Benito Mussolini, si divise da un lato nel perseguire le politiche regionali del regime fascista in Puglia, la quale fu coinvolta più volte, e a vari livelli, con un consenso e un sostegno consistenti, grazie al quale furono resi possibili numerosi tentativi di ammodernamento della stessa regione: dal riassetto agrario, alla risoluzione del secolare problema dell'alimentazione idrica, nonché alla costruzione di città di nuova fondazione; dall'altro lato, Cesare Pace si dovette confrontare, indirettamente, con quel delicato equilibrio politico ed economico, in cui si venne a trovare l'Europa dopo la salita al potere di Adolf Hitler in Germania, che si sarebbe di lì a poco frantumato, anche con il consenso di Benito Mussolini, incrinando l'edificio europeo costruito con il Patto di Versailles (28 giugno 1919) e portando, solo per volontà del regime fascista, e non degli italiani, l'Italia in una Guerra alla quale non si era preparati, soprattutto militarmente. Fu necessario chiedere così a tutti i funzionari delle Prefetture italiane di fare scelte precise, senza se e senza ma: Cesare Pace la fece, con la sua impeccabile signorilità e cortesia, che solo un buon ed onesto campano di quei tempi possedeva, egli cercò di svolgere il suo lavoro, dunque, con il senso del dovere, attraversando coraggiosamente quei tempi burrascosi, che pretesero anche dagli italiani obbedienza assoluta, rigore, tenacia ed amore ineludibile per la Patria... e per il Duce, e che stigmatizzarono la democrazia già raggiunta da altre nazioni nel mondo, come un inutile accessorio. Seppur in quell'innegabile progresso che l'Italia conobbe effettivamente in quegli anni in molti campi del sapere scientifico, obbedire ciecamente al fascismo, a volte significava fare enormi sacrifici, soprattutto se si era dotati della virtù della lealtà, se si era costretti a sopravvivere alle utopie del proprio tempo... e non si aveva un fisico proprio da ginnasti. La lunga permanenza alla Prefettura di Foggia permise a Cesare Pace di conoscere perfettamente le problematiche della Capitanata, uno dei più grandi “granai” d'Italia, nonché nodo strategico importantissimo nei collegamenti ferroviari dell'Italia meridionale, per non parlare in modo ancor più dettagliato delle strutture aeroportuali (l'Aeroporto Militare di Amendola “Luigi Rovelli“ era nel 1944 l'aeroporto militare più grande d'Europa, oggi il secondo), idroportuali (l'idroscalo del Lago di Varano “Ivo Monti”, oggi abbandonato) e portuali (il materiale estratto dalla miniera di bauxite presso San Giovanni Rotondo veniva caricato su camion e trasportato al Porto di Manfredonia per la successiva spedizione allo Stabilimento di Porto Marghera - Venezia, gestito dalla società “Montecatini S.p.A.” per la prima lavorazione del minerale), rendendo di fatto, così, la Prefettura di Foggia istituzionalmente assai vivace ed impegnativa nella gestione e nel controllo del territorio provinciale. Inoltre ebbe modo di conoscere personalmente la povertà sofferta dalle classi più povere e semplici della Capitanata, com'era, ad esempio, prevalentemente, la gente che viveva a San Giovanni Rotondo, uno dei paesi del Gargano più poveri in assoluto, dove mancava tutto... ma la missione, la visione e la volontà di un umile frate di Pietrelcina (BN) ne avrebbero ben presto mutato l'irreversibile destino. Già, infatti, Padre Pio attirava presso San Giovanni Rotondo un gran numero di persone da tutta l'Italia... e non solo, si intuisce pertanto, come Cesare Pace, non poteva sottrarsi per forza di cose dal conoscerlo. Il Responsabile Tecnico e Medico del “Comitato per la fondazione di una clinica secondo l’intenzione di Padre Pio da Pietrelcina”, costituito alle ore 16,30 del 9 gennaio 1940, il Dott. Guglielmo Sanguinetti, conobbe, per forza di cose, il Dott. Cesare Pace, in quanto sia l'eventuale prossima progettazione dell'ospedale che la successiva fase di predisposizione di tutti i lavori di preparazione del cantiere, nonché gli aggiornamenti e le necessarie autorizzazioni tecniche e finanziare (anche di forma legislativa) provenienti dal Parlamento e dal Ministero dell'Interno passavano attraverso la Prefettura di Foggia. Cesare Pace seguì personalmente come funzionario l'evolversi di tutti quegli eventi programmatici, sebbene mancasse proprio il professionista progettista per attivare tutta la macchina operativa del progetto. Nell'attesa che la committenza incaricasse qualcuno regolarmente abilitato, sarebbe stato proprio il suggerimento dato da Cesare Pace a Padre Pio (e al Dott. Guglielmo Sanguinetti) sul nome dell'architetto, in grado di progettargli il suo tanto desiderato ospedale, a sbloccare la situazione, ossia il giovanissimo professionista Arch. Sirio Giametta di Frattamaggiore (NA). Quest'ultimo arrivò a Foggia nel 1934, si laureò a Napoli nel 1936, e si abilitò alla professione di Architetto a Roma nello stesso anno.

(Il Duce giunge a Foggia la mattina dell’8 settembre del 1934 insieme all’architetto Cesare Bazzani (Roma, 5 marzo 1873 – Roma, 30 marzo 1939), progettista della Prefettura di Foggia, da inaugurare per prima, e dall’architetto Armando Brasini (Roma, 21 settembre 1879 – Roma, 18 febbraio 1965) ideatore del Palazzo di Città. Mussolini visitò anche il Palazzo degli Studi di Foggia in costruzione che si realizzava secondo il progetto dell’architetto Marcello Piacentini (Roma, 8 dicembre 1881 – Roma, 18 maggio 1960).

Egli stesso scrive in una lettera: “... vincitore di concorso a cattedre nei Licei ed Istituti Magistrali. Sempre nel 1934 venne trasferito dalla Prefettura di Palermo alla Prefettura di Foggia il Comm. Cesare Pace, come Vice Prefetto Vicario”, scrive ancora l'Arch. Sirio Giametta: “Sapevo della grande, affettuosa amicizia con cui era legato a mio Padre - (il Pittore campano Gennaro Giametta, di Frattamaggiore) - subito incominciai a frequentarlo sia a casa che in Prefettura. Fui accolto come un figlio. La Gentilissima Signora Filomena De Angelis aveva particolari premure per me, così la gentile Signorina Maria - (figlia del Dott. Cesare Pace) - che divenne mia alunna all'Istituto Magistrale di Foggia. L'ammirazione per la grande personalità di questo grande galantuomo crebbe continuamente con grande affetto, come se avessi un secondo padre. Era Figlio Spirituale di Padre Pio e suo consigliere in fatti amministrativi. Un giorno che vide Padre Pio molto crucciato mentre gli raccontava che stava inutilmente aspettando che arrivasse un Architetto o Ingegnere per il progetto della Casa per il Sollievo della Sofferenza, che Lui agognava in maniera superlativa, il Comm. Pace sdrammatizzò la situazione dicendo subito: 'Vi manderò il mio figlioccio Arch. Giametta che Vi farà il progetto in un mese'. Fu così che fui incaricato della progettazione che in un mese consegnai all'approvazione di una Commissione a Roma di grandi medici e altissimi competenti. Padre Pio quando si congratulò con me abbracciandomi, con la Benedizione, oltre a farmi gli auguri per la professione, ebbe a dirmi: parlerò a quel grande galantuomo del Comm. Cesare Pace che il Governo non lo promuove Prefetto, ma il Signore gli darà questa soddisfazione e come infatti vennero gli americani lo fecero Vice Prefetto reggente a Pescara. Il Comm. Cesare Pace mi portò alla Badìa di Cava dei Tirreni (Salerno) per cresimarmi (divenendo 'Compari')”.
Il progetto dell'Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, che l'Arch. Sirio Giametta avrebbe redatto minuziosamente, sarebbe stato consegnato materialmente a Padre Pio e al Dott. Guglielmo Sanguinetti, in particolare Giametta e Sanguinetti si sarebbero recati a Roma per ottenere le dovute autorizzazioni edilizie, nello specifico presso il Ministero dell'Interno. Nel 1939 Mussolini visita la miniera di bauxite della “Montecatini S.p.a.” - Società Generale per l'Industria Mineraria con sede in Milano in Via Dante 15 – aperta nel 1936 presso San Giovanni Rotondo; la miniera divenne il più grande centro operaio della Provincia di Foggia, e numerose erano le visite delle autorità fasciste in quegli anni. Il 9 gennaio 1940 il progetto dell'ospedale e di tutte le necessarie autorizzazioni erano già pronti, infatti, il Comitato composto dal Dott. Carlo Kisvarday, Segretario, dal Dott. Mario Sanvico, Cassiere Responsabile, dalla Sig.na Ida Seitz, Direttrice dell'organizzazione interna, e dallo stesso Dott. Guglielmo Sanguinetti, Responsabile Tecnico e Medico, era già al lavoro per la predisposizione del luogo e dell'eventuale cantiere. Il 14 gennaio 1940, Padre Pio dava all'Opera il nome definitivo di “Casa Sollievo della Sofferenza”. L'entrata in Guerra dell'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, bloccò di fatto l'inizio dei lavori. E così la costruzione dell’opera fu prorogata di anno in anno fino a quando nel 1945 le attività del Comitato poterono lentamente riprendere grazie alla conclusione del conflitto bellico, e, il 5 ottobre 1946, a Foggia, davanti al Notaio, fu costituita la Società per Azioni “Rifugio degli Afflitti” con il capitale di un milione di lire, definendone, tra l'altro anche la finalità, cioè la costruzione di un Ospedale. Nei giorni successivi venne scelta definitivamente anche l'area fabbricabile, e, come ha fatto notare Padre Derobert, fu scelto proprio il posto preciso in cui il 2 febbraio 1575, San Camillo de Lellis si convertì (fino ad allora era stato un ricco avventuriero rovinato dal gioco e dagli stravizi). Si stabilì così un piano per i lavori architettonici e per l'organizzazione del cantiere con l'aiuto del Dott. Guglielmo Sanguinetti: la prima pietra fu posta il 19 maggio 1947, e così tutto finalmente ebbe inizio.
Il Dott. Cesare Pace dal 1940 aveva già lasciato definitivamente la Prefettura di Foggia, ed era passato nelle Prefetture di Pistoia, poi di Macerata e infine di Pescara.
Gli Alleati, rappresentati dalla IV Divisione indiana, liberarono la città di Pescara il 10 Giugno 1944, quello stesso giorno si formava a Roma il governo di Ivanoe Bonomi.

(Il Governo Bonomi II fu il sessantaduesimo governo del Regno d'Italia, nominati i ministri il 18 giugno 1944, il governo rimase in carica da tale data al 12 dicembre 1944 per un totale di 177 giorni, ovvero 5 mesi e 27giorni, i ministri in verità avevano già giurato il 12 giugno, ma si dovette attendere il placet degli Alleati per ufficializzare la costituzione del governo ed entrare in carica. Inizialmente ebbe sede a Salerno, e dal 15 luglio 1944 a Roma, diede le dimissioni il 25 novembre 1944).

Il nuovo Prefetto reggente fu individuato nella figura di Cesare Pace, che fu Vice Prefetto a Pescara anche nell’ultimo periodo del fascismo.
Nessun Prefetto mantenne il suo posto perché il governo militare ritenne di doverli sostituire tutti, ma a favore di Cesare Pace giocò il fatto che Prefetto non era, e, la circostanza che fu il solo Funzionario trovato dagli Alleati al proprio posto di lavoro, ciò permise al Vice Prefetto di svolgere le funzioni di reggenza della Provincia di Pescara.
Cesare Pace fu poi collocato anticipatamente a riposo nel gennaio 1946 con provvedimento del Consiglio dei Ministri, che ufficialmente lo metteva definitivamente in prepensionanamento per aver dato prova durante il regime mussoliniano di “faziosità fascista”.

(Il Governo De Gasperi I fu l'ultimo governo del Regno d'Italia - nominato da Umberto II di Savoia allora Luogotenente del Re - e presentò le proprie dimissioni dopo il Referendum istituzionale del 1946 e contestualmente all'insediamento del Capo provvisorio dello Stato eletto dall'Assemblea Costituente. Restò in carica fino a quando il 14 luglio 1946 il Capo provvisorio De Nicola nominò il II Governo De Gasperi. Tra l'esilio del Re, e l'insediamento di De Nicola, De Gasperi ebbe anche funzioni di Capo provvisorio dello Stato (13 giugno – 1° luglio), fu in carica dal 10 dicembre 1945 al 14 luglio 1946 per un totale di 216 giorni, ovvero 7 mesi e 4 giorni).

Morirà a Roccamorice, in Provincia di Pescara, l'11/10/1950. Dopo cinque anni, maggio 1955, morirà anche il dott. Guglielmo Sanguinetti, mugellano, ma la loro memoria è scolpita nella pietre e nei marmi della monumentale Casa Sollievo della Sofferenza.

Aldo Giovannini

Foto 1
La posa della prima pietra del costruendo ospedale Casa Sollievo della Sofferenza