"Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra due mari (....) è un così bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l'una dall'altra; spesso non si può nemmeno distinguere in che direzione scorre l'acqua."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia (1786 - 1788)
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APPENNINO FONTE DI STORIA (2005-04-29)

Alcune supposizioni del Professor Paolo Guidotti in una propria pubblicazione( Il Castiglionese dei Pepoli-Analisi di un territorio-Edizioni Clueb-Bologna), avvalorate da notizie storiche del 1164 secondo le quali Federico Barbarossa annoverava il castello della “Citerna” di Castiglione dei Gatti (l’attuale Castiglione dei Pepoli)fra i possedimenti dei Conti Alberti, un antico atto di infeudazione risalente al 1340 che lo assegnava ai Pepoli, ed ecco scattare “una molla” interiore che, alcuni anni orsono permise a Luciano Righetti, castiglionese, storico, studioso e scrittore di numerosi testi sul territorio, di indagare e ritrovare tracce di un antico insediamento nei pressi del suddetto castello, (detto altresì ”Castellaccio”), un piccolo villaggio medioevale di cinque capanne, nei pressi dell’attuale centro abitato di Castiglione. E’ così che su richiesta di alcuni turisti, villeggianti ed anche abitanti locali, Righetti ci ha spiegato, in breve, la dinamica della scoperta; “ La ricerca-esordisce-partì da una prima analisi morfologica del territorio nei pressi del Poggio di Citerna, a quota 830 metri di altitudine, sul versante Nord di Spiaggia Bagucci”; seguendo le indicazioni del documento risalente al 1340:’quinque capanne de paleis super podio dicti castri, extra dictum castrum’(cinque capanne di paglia sul poggio del suddetto insediamento, fuori dal nucleo fortificato), lo studioso ha unito la teoria alla ricerca, che si è rivelata fruttifera con il ritrovamento di reperti di varie dimensioni, costituiti da “…frammenti di scorie di fusione, per lo più piccole e leggere, frammenti di terracotte grezze, di ampolle di vetro, di ceramica, una piccola punta da balestra in ferro ed un piccolo raschiatoio in selce”. Il ritrovamento del nucleo abitato, oltre al’Castellaccio’ a metà costa del monte denominato Spiaggia Bagucci, suggerì la presenza di una viabilità sul versante nord,attorno al XII secolo, di cui si sono perse le tracce, ma sicuramente importante per quei tempi per alimentare il commercio delle ceramiche, probabilmente toscane e delle ampolle di cui sono stati rinvenuti frammenti.Lungo il fosso della”Canaluccia” era sicuramente presente una buona sorgente d’acqua, nonché rilevante, in loco,una straordinaria percezione acustica.Delle capanne, ovviamente,nessuna traccia:esse erano probabile rifugio per animali allevati a sostentamento degli abitanti del castrum o come riparo provvisorio per i pastori.”Queste antiche rovine-conclude Righetti-velate di fascino e mistero, hanno ancora molte cose da raccontare:nel loro strano e violento disordine è celato parte del segreto della nostra storia”.
Veronica Balboni